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Antonella Sorace in “Bilinguismo: vantaggi, svantaggi e falsi miti”

1 luglio 2016
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Imparare due lingue sin dall’inizio – almeno due – è una impareggiabile ricchezza.
Non solo perché si può comunicare con più persone, non è questo. E’ che si impara sin da subito a vedere le cose in modi diversi, con sfumature diverse, senso diverso. La stessa cosa appare da prospettive differenti, e un nuovo mondo appare, in cui lo sguardo gira intorno alle cose e le sintetizza, scoprendo gli aspetti che sono dietro e prima.
Un esempio: “figlio” in lituano si dice sūnus, da cui deriva l’inglese “son”, che vuol dire “discendente”, “figlio di”. Invece la nostra parola “figlio” deriva da una radice dhe- che è comune a “femmina”, “fecondo”, “felice”, e fa riferimento all’allattare ed essere allattati, cioè al donare e ricevere insieme. Due modi di dire la stessa cosa che partono da visioni diverse: l’una integra l’altra, e il figlio è chi nasce dopo di noi ma nello stesso tempo colui che ci insegna ad amare e a cui insegniamo ad amare.
(E questo è solo un esempio). Daniela Thomas

Il 19 maggio, Palermo ha avuto il piacere di ascoltare Antonella Sorace, direttore di Bilingualism Matters, Docente di Linguistica Acquisizionale, Università di Edimburgo.

Un ringraziamento alle Istituzioni che hanno patrocinato l’evento e in particolare alla nostra amica Zana Vastakaite per il suo impegno e la determinazione.

 

 

 
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