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Nicolò D’Alessandro apre alla città il suo Laboratorio-Museo del Disegno

13 ottobre 2014

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Pubblichiamo una nota di Nicolò D’Alessandro, artista palermitano, che in questi giorni apre il suo laboratorio alla città. Si tratta di un vero e proprio Laboratorio-Museo del Disegno, una “casa del fare e del sapere”, un luogo d’incontro e di scambio dove è possibile coltivare l’amore per l’Arte, per la Cultura, per la Creatività, partendo dalla gente e dalla sua voglia di confrontarsi, di proporre, di fare. Sarà possibile visitare il Laboratorio-Museo in piccoli gruppi, proprio perché si possa parlare, ci si possa conoscere e riconoscere, si possano proporre percorsi, idee, riflessioni.

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Domodama vi invita a visitare questo bellissimo luogo lasciandovi… contagiare.
E’ tempo di darci da fare partendo da noi e mettendo in comune le nostre innumerevoli risorse.

 

Perché nasce il Laboratorio-Museo del Disegno?

Palermo è una città refrattaria. Per la grande annoiata lamentatrice del Sud, non va niente bene sia che si faccia qualcosa sia che non. Fondamentalmente da anni non si fa nulla, o molto poco, e comunque si agisce in maniera insufficiente alle necessità culturali e sociali della nostra comunità. A questo bisogna aggiungere che “non si deve fare” nulla. Una logica perversa e perdente che ben conosciamo e subiamo da tempo. Povera indifferente Capitale in disarmo, vittima consapevole di un sistema perverso, la nostra città è prostrata da una pessima politica, non soltanto culturale, che la rende tendenzialmente apatica e depressa. La città è diventata malinconica, distratta e indifferente. Siamo consapevoli che, dopo le grandi abbuffate e gli sprechi delle risorse economiche e culturali delle presunte primavere palermitane, da alcuni anni stiamo vivendo inqualificabili tempi di crisi profonda. Mi convinco che la crisi che ha investito l’Italia e Palermo in particolare non è soltanto economica ma è fondamentalmente culturale. Un fenomeno sociale di degrado che si trascina e tracima risorse, entusiasmi, che colpisce la forza interiore degli artisti sempre più dispersi. Esistono molte necessità, vengono mortificate soprattutto la sacrosanta esigenza di comunicare, di mettere in comune le esperienze, il tempo libero, la cultura.

Le esperienze private

A Palermo, oltre il Museo internazionale delle Marionette (targa UNESCO) che dal 1975 espone una raccolta di più di 3mila pezzi di pupi siciliani, burattini e marionette d’Europa e d’Oriente, da anni opera il teatro del cantastorie Mimmo Cuticchio. Nel 1994, nasce il “Museo (privato) del Giocattolo e delle Cere” di Pietro Piraino che diventa nel tempo il “Museo del Giocattolo con annesso laboratorio di restauro”. La raccolta è ora collocata a Bagheria. La collezione di Raffaello Piraino è il risultato di un impegno pluriennale (3000 oggetti comprendono abiti d’epoca (1700–1950), abiti di gala, da passeggio, da visita maschili e femminili, abbigliamento infantile, ecclesiastico, militare, accessori e curiosità della moda. Interi corredi nuziali e costumi popolari dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Numerosi accessori tra scarpe, bastoni da passeggio, cappelli, ventagli e una pregevole collezione di biancheria intima. Museo del Costume “Raffaello Piraino” è ora collocata dopo molte peripezie a Polizzi Generosa. Un altro museo privato “Godranopoli”, etnoantropologico voluto da Francesco Carbone a Godrano (Palermo ) funziona soltanto sino alla sua morte nel 1999. A proposito delle iniziative private la Città, nel 2011, registra l’esperimento di Virginia Alba e Paolo La Bruna che mettono in scena uno spettacolo casa per casa. L’esperimento per la verità non è nuovo, poiché già Silvio Benedetto e Alida Giardina, negli anni settanta, con Massimo Verdastro, avevano creato il “Teatro negli appartamenti”, ed ancora Sandro Dieli, nel 2006, esporta a Madrid e Siviglia l’interessante proposta per rivitalizzare il teatro. Operando nelle case, nelle gallerie, dove c’è una richiesta in tal senso. In molte altri parte d’Italia e d’Europa l’esperienza di spettacoli che si svolgono nelle case private, nelle case museo, negli atelier d’artista e negli studi di architetti e designer e in altri luoghi non teatrali, è cresciuta e funziona. Per formare un nuovo pubblico e per ridurre le distanze tra gli spettatori e le esperienze della scena contemporanea.
In via Sant’Agostino nasce un collettivo, “La Dimora Oz”, un coworking, uno spazio condiviso dove operano giovani artisti palermitani. Paolo Morello, fotografo e studioso della fotografia, apre La “Galleria Studio” che “è un pezzetto, minuscolo, marginale della parte di questa città che non molla”.

Conosciamo bene le politiche culturali delle istituzioni. I dissennati tagli alla cultura degli ultimi anni hanno modificato il territorio delle arti figurative, molte gallerie private a Palermo hanno chiuso definitivamente, alcun sostegno consente agli artisti di continuare ad operare con dignità. Tutto è affidato alla volontà residua di fare qualcosa in questo settore. Un tentativo recente è dell’Accademia di BB.AA., che vuole “mutare di segno” e chiama a raccolta le energie più giovani per ricostituire un territorio di ricerca. Ciò non sarà facile.
Ora che le risorse economiche per le arti sono pressoché terminate, bisogna reagire con atteggiamento diverso. Alla crisi in atto, che peggiora di giorno in giorno, occorre rispondere con nuovo e rinnovato impegno e spirito di sacrificio. Apro quindi il mio studio dove opero quotidianamente come laboratorio-Museo del Disegno per visite al pubblico su prenotazione. Saranno accolti un massimo di 10/12 (dieci/dodici) visitatori per volta.
Il laboratorio-Museo del Disegno custodisce la mia intera attività, mi rendo conto che anche uno spazio privato può servire agli artisti e alla Città come spazio espositivo, performativo, che può funzionare come piccolo luogo incontaminato di riflessione e di discussione, un luogo d’amore per l’arte come archivio aperto condiviso. La mia volontà insieme agli artisti e gli uomini di cultura è quella di volere superare le resistenze, i pregiudizi e i guasti strutturali che albergano nella cultura di questa città. Il Museo del disegno vuole mantenere viva la memoria, attraverso una vicenda privata, delle qualità nascoste di Palermo, rivendica la capacità di rendere visibile il lavoro di artisti misconosciuti e non. Guardo con curiosità ed attenzione ai giovani artisti. Sono disponibile ad ospitare altre esperienze, ipotesi di progetti e tutto quello che può essere utile per non consumarsi d’inedia.
Sarà così che il pubblico potrà entrare nei luoghi intimi della mia casa per osservare le opere degli artisti in mostra, potrà sedersi e visionare migliaia di cataloghi, riviste d’arte, dialogare, sorseggiare un thè, bere un bicchiere divino, sfogliare gli album di disegni, curiosare negli archivi, proprio come fossero nelle loro case, ricercare su Internet. I lavori d’arte sono posizionati in tutte le stanze, si ha la possibilità di girare per la casa. In questi luoghi si entra per appuntamento, per un “vernissage” programmato o telefonando nei fine settimana.

Le Home-Gallery

All’estero il fenomeno delle home gallery, (casa-galleria) termine di provenienza anglofona, è molto diffuso ma non ha precedenti a Palermo. Aprire un museo all’interno della propria casa o dello studio privato giunge da New York dove, a causa della crisi, si è reso necessario reinventare la funzione di galleria e aprire luoghi con le stesse funzioni espositive, in maniera ridotta, ma fuori dai canali ufficiali. Il fenomeno è ormai molto diffuso da Londra a Parigi, da Berlino ad Atene, in Marocco. Propongo a Palermo un Museo privato.
Da qualche tempo anche in Italia le home gallery si stanno diffondendo. Si registrano al momento in una villa napoletana del ’700, in una piccola casa nel quartiere Pigneto di Roma, in un appartamento abbandonato di Milano e in uno di lusso nel centro di Ferrara, ad Agropoli, (Salerno) e a Brescia. Nella nostra città questo Museo del Disegno è il primo.
In un clima informale e dinamico molto diverso che non in una Galleria o in un Museo, si valorizza la convivialità e l’apprezzamento condiviso per l’arte. L’approccio disteso e personale permette di sentire l’opera oltre che vederla, di viverla direttamente come viviamo le nostre case.
Il Museo del Disegno, inteso soprattutto come laboratorio vivo, accoglierà artisti internazionali (da me conosciuti e con i quali sono da tempo in contatto) sulla base di progetti realizzati appositamente per gli spazi della galleria, in concomitanza con alcuni eventi di richiamo per la città, in occasione dei quali un artista contemporaneo elabora un progetto espositivo, una performance, un incontro.
Prima di affrontare questa avventura ne ho parlato tra gli amici e i conoscenti. Mi hanno detto in molti che chiuderò dopo poco tempo. Ho ribadito che ciò è impossibile poiché è il mio studio. Ho predisposto un libro delle firme che segnerà la storia delle presenze illustri dove gli eventuali giudizi per l’iniziativa e per le opere e gli artisti incontrati saranno raccolti nel tempo in una pubblicazione. Alle inaugurazioni l’artista, accolto come ospite nella stessa home gallery, per il tempo necessario, presenterà il progetto di mostra e il suo lavoro grafico al pubblico, e dovrà ripetere la presentazione tutte le volte che sarà necessario al piccolo pubblico presente. Come nei musei, accanto ad ogni opera metterò un suggerimento di lettura scritto dall’artista che introduce al suo lavoro.
Mi comporto, anche in questa occasione, come ho sempre fatto. Tento di richiamare a raccolta gli artisti e le persone per bene di questa “città perduta” come disse bene Rosario La Duca, che non riesce a recuperare la propria identità, mortificata dalla malinconia e dalla “palermitanitudine”. Avverto che mai come ora c’è bisogno di sinergie e di collaborazioni. Cercherò anche il sostegno di sponsor per i progetti più ambiziosi di mostre che valorizzano gli artisti sconosciuti o dimenticati e il contributo volontario di coloro che vogliono rendere meno triste questa disperata e infelice Città.
“Emergenza cultura a Palermo”, il mio saggio pubblicato nel 1995, che in quegli anni ha attivato un utile dibattito, a rileggerlo oggi, nel 2014, dopo diciannove anni, porta chiunque nello sconforto più profondo. Nulla o poco è cambiato. Ma non bisogna mollare. Così vanno le umane cose in questa infelice città refrattaria a tutto. Resistere è la norma di vita.

Perché ho deciso di trasformare il mio studio in un museo del disegno?

Dopoil rovinoso incendio della mia casa del 2008, ho iniziato da subito a ricostituire l’archivio personale consultabile, formato in trenta anni di lavoro di cui ero orgoglioso (cataloghi di mostre, monografie, filmati, fotografie, libri specialistici da me raccolti con pazienza) tra catalogazione generale delle opere, restauri di disegni, lavori, ritrovamenti, acquisti in economia e donazioni di artisti generosi.
Faccio presente che i mezzi economici sono molto limitati, proporzionali alle risorse private per far funzionare questo “progetto d’amore”. Non chiedo contributi alle istituzioni ma, come è ovvio, ho bisogno di visibilità pubblica per portare avanti questo progetto. Mi rendo perfettamente conto delle difficoltà cui vado incontro, ma con il sostegno degli artisti e delle persone per bene di questa Città, voglio tentare, al di là degli sprechi istituzionali. Spero che qualcuno raccolga l’appello. Segretamente sono convinto che ciò avverrà.

Una storia qualunque di questa Città

Dagli anni settanta affronto lo studio delle arti figurative in Sicilia e ho pubblicato tre saggi: Situazioni della Pittura in Sicilia, Pittura in Sicilia e Artisti del secondo Novecento in Storia della Sicilia. Ho presentato molti artisti in catalogo, collettive, premi e ho curato monografie.
Nel corso degli anni ho proposto, in termini ufficiali e non la formazione di un Museo del Disegno, con una significativa donazione di opere di grafica (circa 3000 opere) al piccolo Comune di Comitini (Agrigento) nel 2008, a Santa Margherita del Belìce, ma anche ad Alcamo e Catania nel 2009, a Palermo nel 2010, a Bagheria nel 2011, a Mazara del Vallo nel 2012. Ho sempre fatto presente che non esiste nel Sud una realtà espositiva del genere. Non esiste un Museo del Disegno. Ho ricevuto solo promesse compiaciute, complimenti per l’iniziativa e null’altro. Questo mio laboratorio è stato aperto al pubblico, dal 9 al 13 settembre 1999, grazie al progetto, voluto da Eva Di Stefano, Il Genio di Palermo: Studi aperti degli artisti, che ripeteva l’esperienza dell’anno precedente dal 3 al 16 settembre del 1998, dalle ore 18.00 alle ore 24.00. Centinaia di visitatori che mi hanno confermato, durante la visita, nelle due esperienzeconsecutive la grande domanda di cultura circa le arti figurative del pubblico palermitano e siciliano. Conferma di un vero interesse per l’arte, ancor più verificata, nelle due grandi rassegne Made in Sicily, senza alcun sostegno economico da parte delle istituzioni, se non il comodato d’uso dei locali ospitanti. Nelle due rassegne da me curate con Pippo Vitale a Catania (Le Ciminiere) e con la mia compagna Aurelia Sinagra a Palermo (Albergo dei Poveri) e la collaborazione di alcuni artisti partecipanti, si sono registrate oltre le cinquemila presenze. Vorremmo continuare la ricognizione da me operata sul territorio siciliano, ma il periodo contingente per il momento non lo consente. Di contro le istituzioni offrono spazi e significative risorse economiche ad avventure e biennali discutibili. Sarà la Storia a confermare l’opportunità delle scelte operate in questi tristi anni. Apro al pubblico, dall’11 sino al 21 ottobre 2014, il mio laboratorio Museo del Disegno, in occasione della 10 Giornata del Contemporaneo in attesa di aprirlo definitivamente. Credo, anzi sono convinto che il progetto di questo Museo del Disegno possa e debba essere concretizzato e sostenuto. Mi affido, pertanto, al contributo culturale volontario degli artisti e degli uomini di cultura di questa Città e della Sicilia con idee e proposte collaborative ed operative.
La mia casa di residenza apre le porte al pubblico e i disegni degli artisti vanno in scena tra i miei disegni, le opere d’arte contemporanee della collezione, gli oggetti vari tra librerie e poltrone e performance letterarie, teatrali e musicali. Un luogo concreto destinato per alcuni all’approccio con il disegno, alla fruizione delle opere e la condivisione dell’arte, il dialogo con gli artisti del disegno. Ritengo sia ciò un incontro privilegiato per il pubblico, un’occasione per essere nel luogo dove nascono i lavori. C’è la possibilità di conoscere gli artisti che espongono da vicino, e dopo l’incontro proseguire la serata tra un conviviale piatto e un bicchiere di vino. Per partecipare a questi incontri teatrali da salotto basta prenotare al numero di cellulare 3246930846 o al numero 091 322030 e prendere nota dell’indirizzo della mia Casa-Laboratorio-Museo del disegno.

Come si fa a trovare il laboratorio?

Quando si vuole conoscere e vedere qualcosa, ogni occasione è buona per farlo. Chi mi conosce e conosce il mio lavoro potrà sapere delle performance (mostre, incontri) in programma attraverso la stampa, le mailing list, attraverso Facebook o per telefono. Poiché punto soprattutto sul coinvolgimento di un pubblico di non addetti ai lavori, la scoperta del laboratorio avverrà per caso. Il visitatore scoprirà attraverso il “passaparola” un posto speciale, unico, irripetibile, vivrà personalmente da protagonista privilegiato, come se fosse a casa sua eventi speciali, mostre, incontri con Maestri del disegno, da raccontare agli amici e da frequentare quando se ne ha voglia.

Orari di apertura:
Lunedì dalle 16.00 alle 19.00, da Martedì a Domenica su appuntamento.
Tel. 091 322030 cell. 324 6930846

Info:
Proprietà: Privato cittadino
Responsabili: Nicolò D’Alessandro/Aurelia Sinagra
Giorni e orarioa pertura: su richiesta
Comune: Palermo Indirizzo: Via Mogia, 8
CAP: 90138 Provincia: Palermo Regione: Sicilia
Telefono: 091 322030
Cell: 324 6930846
email: nicolodalessandro@virgilio.it email: ndalessa@tiscali.it
Sito web. http://www.museodeldisegnonicolodalessandro.it

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